Quei deputati avidi di 600 euro e la generosità del Duca di Modena…

Francesco V d'Asburgo-Este
Francesco V d’Asburgo-Este

Benché giustificato sul piano normativo e perfettamente legale, ha suscitato un certo scandalo in Italia l’accesso di cinque parlamentari al bonus governativo di 600 euro concesso ai lavoratori autonomi dall’INPS, e messi economicamente alle strette dal lockdown e dalla pandemia di coronavirus.

Vale forse la pena operare un confronto (soprattutto oggi che la retorica risorgimentale dell’Unità d’Italia esercita meno fascino su alcuni cittadini della penisola e sui residenti di aree un tempo indipendenti) tra questi politici della Terza Repubblica e l’ultimo Duca di Modena, Reggio, Mirandola, Massa, Carrara e Guastalla, scomparso a Vienna il 20 novembre 1875.

Francesco V d’Austria-Este fu molto apprezzato dalla popolazione dei suoi Stati, tanto da indurre l’esercito ducale a seguirlo in esilio in Veneto fino al 1863 e per certi versi molto oltre, dal momento che numerosi emiliani e garfagnini preferirono arruolarsi fra le truppe asburgiche anziché fare rientro nel novello Regno d’Italia.

Non avendo discendenza diretta, dispose con testamento che, dopo la propria morte, i diritti estensi rinvenissero al ramo principale degli Asburgo-Lorena e nominò erede l’Arciduca Francesco Ferdinando, in quel momento soltanto dodicenne e che sarebbe stato purtroppo assassinato a Sarajevo il 28 giugno 1914, ponendo però alcuni vincoli per il mantenimento di questi diritti.

Essi consistevano nei seguenti obblighi: essere nato da matrimonio di rango, assunzione del nome Austria-Este, inquartare nel proprio stemma l’aquila bianca degli Estensi in campo azzurro, parlare correttamente italiano e non essere titolare di altra sovranità.

L’eredità di Francesco V comprendeva un ingente patrimonio, sul quale impose tuttavia all’erede tre legati: il Primo di 12.000 Lire Italiane da distribuirsi nelle terre dell’ex Ducato, 6.000 per gli Stabilimenti Cattolici e ulteriori 6.000 Lit. per le famiglie povere, a scelta dell’Erede, sentito il parere dell’Arcivescovo di Modena e di due Secolari designati dallo stesso.

Il Secondo, di complessive 24.000 Lire Italiane, in favore di sudditi estensi rimasti fedeli al giuramento di fedeltà al loro Duca da erogarsi in 12.000 per i primi 5 anni, 8.000 per i successivi 5 anni ed infine 4.000 per ulteriori 5 anni, presumendo che a tale data tutti i cittadini che avevano prestato giuramento di fedeltà, mantenendovi fede, sarebbero morti.

Infine, stabilì la creazione del “Lascito Estense Permanente” dotato di ingenti fondi, 200.000 Fiorini Austriaci, e gestito da una commissione presieduta dall’Arcivescovo di Modena e del quale l’Erede doveva essere il tutore.

I sussidi dovevano servire a sollevare miserie immeritate e ad incoraggiare giovani talenti alle arti e alla letteratura. Il lascito cessò definitivamente di operare purtroppo nel 1919: la Prima Guerra Mondiale, che aveva visto soccombere l’Impero Austro-Ungarico, ingoiò con la fortissima svalutazione i capitali lasciati dall’ultimo Asburgo-Este effettivamente regnante e investiti in titoli di stato austriaci.

Fu comunque considerevole il periodo nel quale l’opera benefica del Duca si protrasse negli ex territori di Modena, Reggio, Mirandola, Massa, Carrara e Guastalla, cioè quasi mezzo secolo…